Ultime della sera: Laudate bonifiche

Redazione Prima Pagina Mazara

Sono molte le ferite inferte alla Nostra Madre Terra, anche solo guardando all’esperienza italiana.A nessuno, specialmente alla politica (perché chi mai dovesse occuparsene si attirerebbe le ricadute negative di un bilancio storico mai aperto, mediaticamente pericoloso), piace parlare di “rifiuti”, da quelli urbani, a quelli speciali fino a quelli classificati come scorie nucleari, senza citare quelli autopoietici, ovvero “umani”.Ne proveremo a parlare noi, in questo breve articolo, almeno facendone capire la prospettiva positiva, quella che parte dalla prevenzione per avviare una seria presa di consapevolezza e approdare alla fase di cura, di queste piaghe sociali.I siti oggetto di procedimenti di bonifica, in Italia, sono circa 35mila.Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nel marzo 2021 ha pubblicato il primo rapporto su “Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia“, inerente i siti di interesse regionale e locale.Per definizione normativa la bonifica è “l’insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento/le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello inferiore alle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR)/Contaminazione (CSC)” (art.

240 di D.Lgs. 152/2006).Essa implica un forte intreccio di tematiche culturali/antropologiche, ambientali, economiche e normative, che sottostanno alla sostenibilità degli interventi e conseguentemente alla loro attuazione: il risanamento si lega, a sua volta, in maniera diretta alle possibilità di riuso di queste aree e quindi alla loro valorizzazione.Nell’iter di bonifica di un sito sono coinvolti sia soggetti pubblici (Commissario Unico Governativo per la bonifica delle discariche, Ispra, Ministero, Regione, Città Metropolitana/Ente di Area Vasta, Comune, ARPA, ATS) che privati (soggetti interessati a vario titolo), per ottimizzare e bilanciare il rapporto tra gli interessi sociali, ambientali ed economici.In linea con le direttive dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’obiettivo di ogni bonifica è di intraprendere una nuova politica ambientale e garantire il rispetto della salute dei cittadini, affrontando con serietà l’emergenza territoriale.

Le bonifiche sono la precondizione per una nuova stagione di sviluppo sostenibile dei territori, per noi in specie quelli italiani. Gli interventi coinvolgono gli enti pubblici locali (prevalentemente Comuni e Regioni) e le imprese che insistono nel territorio individuato e servono al fine di arginare i rischi per la salute pubblica e permettere, a valle, il riutilizzo dei terreni per la produzione agricola ed ogni altra forma di sviluppo economico compatibile con la transizione ecologica, favorendo la crescita dell’occupazione e riducendo il consumo di suolo.

Ridurre l’inquinamento consente anche di valorizzare le risorse culturali e ambientali di dette zone, ma anche quelle limitrofe ai territori bonificati.La sfida è limitare i danni dovuti ad un impatto deciso dell’antropizzazione, con l’obiettivo ambizioso di riconsegnare i terreni alle Comunità che vi vivono, incentivando iniziative ed interventi che lo rendano fruibile ai cittadini ed ai turisti, migliorando la qualità delle aree ad oggi fortemente condizionate con la messa in sicurezza dei fenomeni di dissesto idrogeologico, al risanamento ambientale delle acque e delle sponde, alla conservazione della biodiversità e tutela degli habitat naturali, ma anche al cambiamento di cultura a partire dal sistema scolastico, familiare, dalla pubblica amministrazione, dai contesti aziendali e dal terzo settore, impattanti sui territori, promuovendone il “buon governo” attraverso la consapevolezza, il dialogo e le progettualità che possano rivitalizzare le eccellenze e le sane pratiche locali.Gli interventi sono generalmente inquadrabili in un più vasto progetto organico nazionale, di natura valoriale, finalizzato alla ricostruzione armonica del rapporto uomo-ambiente e uomo-uomo.

Su questo aspetto il coinvolgimento delle parrocchie e tutte le altre entità abilitate all’esercizio di una confessione saranno fondamentali, affinché si ricostruisca l’aspetto spirituale e il senso ultimo del passaggio dell’umanità sul Pianeta Terra e sull’intero cosmo. Ogni singolo intervento trova, inevitabilmente, una diversa declinazione a seconda del territorio di intervento, pur mantenendo la comune caratteristica di incentrarsi sulla prevenzione, il rispetto, la cura e la valorizzazione delle potenzialità offerte dalla fruizione dei suoli, con ricadute favorevoli sulla tutela ambientale, sulla sopravvivenza della specie umana e quindi anche sulla crescita sostenibile delle economie e delle culture locali.Di questa necessaria esplicitazione della realtà, nasce in Italia, come espressione della società civile assieme ad operatori esperti, il Progetto “La Nostra Madre Terra”, che se ne fa portavoce.

L’intendimento di ogni bonifica, così come la lo vogliamo proporre nel presente articolo, è soprattutto di natura valoriale, ovvero vuole collocarsi nella fascia dei fattori “culturali” e di quelli “spirituali” declinati all’interno della Laudato si’ di papa Francesco e dell’analisi più ampia in corso a livello Europeo (ONU Agenda 2030). In linea con “Europa 2020”, inoltre, ogni forma di bonifica praticata, si pone come buona pratica per il Sistema del nostro Paese, cercando di perseguire le tre priorità che vengono indicate dalla Commissione Europea, attraverso la leva strategica di favorire lo sviluppo territoriale, per rimettere in moto la parte virtuosa e piena di energia del tessuto connettivo sociale italiano: 1.

crescita intelligente – sviluppare un’economia ed una società basata sulla conoscenza e sull’innovazione;2. crescita sostenibile – promuovere un’economia e una società più efficiente sotto il profilo delle risorse, strategie di contrasto alla perdita di competenze attraverso la promozione dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita;3. crescita inclusiva – promuovere un’economia che favorisca la coesione sociale e territoriale.Il dialogo pubblico/privato, perciò, è premessa e sostanza senza il quale non si postula la coesione sociale e territoriale.

Le forme di collaborazione pubblico-privato come strumento di innovazione territoriale passano attraverso lo sviluppo delle imprese e degli enti locali.Le azioni che verranno adottate serviranno a potenziare le politiche in materia di formazione e valorizzazione sociale, aumentare lo sviluppo economico, nonché rafforzando la responsabilità sociale delle organizzazioni (siano esse imprese profit, enti o di pubblica utilità), proponendo Tavoli di lavoro a geometria variabile che promuovano un confronto per raggiungere uno schema unitario di lavoro.Pertanto, con le azioni promosse dal progetto “La Nostra Madre Terra” si perseguiranno i seguenti obiettivi: - trasmissione del sapere e delle conoscenze tra prassi private e pubbliche e viceversa, ed attenzione al superamento del conflitto, espresso o latente, tra le differenti culture;- attenzione alla solidarietà e stimolo all’impegno civile e sociale;- importanza dell’apprendimento e alle condizioni di lavoro e di vita migliori;- espressioni regionali e territoriali di cooperazione e sussidiarietà a sostegno di progetti per la “prevenzione” a favore di interventi per i territori;- supporto anche a distanza, che non contempla solo prossimità spaziale, nè relazioni e/o interiorizzazioni di obbligazioni ascendenti, discendenti, ecc., ma include una certa frequenza di contatti attivi e propositivi guidati da obiettivi, valori e progettualità comune, e non forme di “sussistenza” passiva.Nel voler interconnettere saperi ed esperienze, occorre una presa in carico reciproca tra le diverse culture organizzative, con l'intento di creare occasioni di incontro che permettano di dialogare, di scoprire interessi e obiettivi comuni e per far convergere idee e vocazioni territoriali.

Gli obiettivi, favoriti dal progetto, dovranno servire anche ad approfondire tematiche e riscoprire eccellenze legate al territorio di appartenenza e non solo spendibili a livello nazionale. Una palestra di cooperazione e di sussidiarietà, dove la presenza di entusiasmo e una buona dose di realismo si trasformano in nuove proposte, ovvero in "futuro". Le fasi del processo sono così definibili:Fase di convergenza storico-biografica (dalla storia delle eccellenze italiane al proprio contributo biografico nella storia del territorio)Fase di identificazione (riconoscimento di legame di reciprocità per attivare collaborazioni di sussidiarietà territoriale su elementi sostenibili; prendersi cura dell’altro e del proprio territorio)Fase di elaborazione personalizzata “al territorio” con progetti capaci di far accrescere il valore dello scambio; esercitare la funzione di buona relazione;Fase di contaminazione territoriale, dall’invisibilità dello stesso, o dalla sua narrazione inquisitoria mediatica, alla “rappresentazione sociale” della rinascita e della rigenerazione attraverso la sana esperienza civica; leggere i bisogni del territorio e farsi traduttori attraverso la raccolta delle migliori esperienze e risorse espresse;Fase di sviluppo, trasmissibilità e replicabilità, rileggere e modellizzare il percorso di scambio, migliorandolo continuamente, perché possa diventare un patrimonio comune a tutti i partecipanti al progetto; visibilità e trasmissibilità delle esperienze maturate a livello nazionale.La bonifica di siti contaminati riveste un ruolo strategico nella pianificazione territoriale locale in quanto consente di recuperare aree compromesse da fenomeni di contaminazione, potenziali rischi per l’ambiente e la salute dell’uomo e costituisce un’importante occasione per la rigenerazione antropologica dell’uomo e del suo divenire, in rapporto con la Nostra Madre Terra.

di Cinzia ROSSI

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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