Ultime della sera: La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!

Redazione Prima Pagina Mazara

Non passa giorno che in questo paese non si levi una voce dal tono severo pronta a ricordarti cosa si può o non si può a volte dire nel nome di un opinabile senso di “rispetto” degli altrui costumi.

Quando uscì il film Tolo Tolo di Checco Zalone l’intellighenzia radical chic si scatenò ma lui da persona davvero intelligente qual’è… altamente se ne fregò.

Il film e la sua canzone, Immigrato, impietosamente denunciano il comune ed in parte inconfessato pensiero di molti italiani. Un testo di una canzone così pieno di luoghi comuni sul clandestino, sul vu cumprà, sui lavavetri, sul clandestino untore e via dicendo non si era mai sentito nel nostro paese.

Il “priapesco mandingo” che turba la serenità del talamo dei visi pallidi l’ha spuntata sulla giuria del nostro David di Donatello. Questa volta la satira sublime con i suoi paradossi più spinti ha vinto.

E’ accaduto che una giuria composta da persone ormai stufe del politically correct trovandosi seduta attorno ad un tavolo abbia scelto come vincitore, nell’assoluta libertà di critica, di pensiero e vieppiù di senso della satira e dell’ironia più fine e sottile un testo così inusuale.

E dire che anche musicalmente parlando la canzone di Zalone di avversari più meritevoli secondo i soliti schemi ne aveva tanti!

Oggi tutti hanno a che ridire su tutto

Nel 1980 Renzo Arbore il nostro indiscusso Re dei Goliardi diresse un film Il Papocchio che sollevò uno scandalo enorme. Bersaglio del suo film fu addirittura Giovanni Paolo II! Anatema. Non ci fu cattolico domenicale che non abbia gridato allo scandalo. Anche il nostro Parlamento dovette interessarsene. Ci mancò poco che la pellicola venisse data alle fiamme in Campo de’ Fiori. Tutti si scandalizzarono tranne…il Vaticano. Come dire che anche chi indossa un abito talare può essere meritevole del Regno dei Cieli al pari di tanti poveri di spirito.

Oggi tutti rivendichiamo il nostro diritto ad una intolleranza.

Posso perfino denunciare una qualsiasi signora che si giri per lodare il mio fondo schiena!

Se un addetto ad una segreteria di facoltà chiede ad uno di colore quale ramo intende scegliere rischia di sentirsi rispondere dallo studente che anche lui ha diritto ad un banco.

Trovare un regista disposto a mettere oggi in scena La Bisbetica domata di Shakespeare potrebbe essere una vera impresa poiché si troverebbe con ogni probabilità contro l’ala post-sessantottina del femminismo più becero.

Un esempio?

Come pensate reagirebbero oggi molte odierne “femministe” di fronte al monologo di Caterina?

Credete forse che questo sia stato il reale pensiero del Bardo?

Spero di no.

di Corrado SANSONE

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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