Ultime della sera: “Il mondo visto con gli occhi di un cane”
Avevo deciso di andare in ferie ma non si può rimanere in silenzio davanti a tutto questo, come si fa a girasi dall'altro lato e fare finta di nulla! Sono loro, i miei simili, gli unici martiri dell’arroganza e della stupidità umana. Nel delirio di fiamme, furore e ignoranza siamo noi le uniche vittime innocenti e inconsapevoli. Esseri viventi che per natura non sono fatti per arrecare danno altrui ma che sistematicamente vengono usati, violentati e maltrattati. Ora per ricavare profitto, ora per puro diletto e stupidità. O ancora per semplice cattiveria e malvagità!
Così capita che una cucciola particolarmente giocherellona trovi il cancello aperto e scappi per scoprire cosa c’è oltre la realtà a lei familiare e si ritrovi qualche ora dopo in una pozza di sangue, in fin di vita e con una zampa mozzata. E nessun colpevole (almeno per ora!).
Così come capita in queste ore che la scempiaggine umana dia origine ad un inferno di fuoco e fiamme da cui loro stessi fanno fatica a scappare. Mentre noi, animali, soccombiamo arsi vivi tra indicibili sofferenze.
La domanda è: perché?
A chi giova questa follia? Non all’uomo certamente che senza ecosistema, ambiente e natura ha davvero poco di cui gioire. E soprattutto poco in cui sperare nel futuro prossimo per sè e per la sua stirpe!
Ci chiamate bestie, perché molti di voi sono convinti che non abbiamo né cuore né anima. Siamo la razza inferiore, quella che agisce d’istinto, d’impulso. Cosa ben distinta e diversa da voi umani, dotati del lume dell’intelletto, capaci di scernere e ragionare: capaci di mediare tra necessità e opportunità.
Poi guardo allo scempio di queste ore, all’inferno di fuoco che ha divorato ettari di vegetazione e sterminato centinaia di migliaia di esseri viventi e mi accorgo che il dibattito invece si sposta altrove… E MI INDIGNO! Io, che non ho cuore anima e intelletto e sono puro frutto dell’istinto MI INDIGNO.
E poi quando ho smesso di indignarmi mi vergogno anche… Per il cane pastore pieno di ustioni che è rimasto al suo posto, davanti al fronte del fuoco per salvare le pecore che gli erano state affidate… Per me stesso quando dico di essere un cane fortunato solo perché ho trovato degli esseri illuminati che mi trattano con la cura e il rispetto che mi è dovuto in qualità di creatura vivente… Per tutti quei poveri mentecatti che non colgono nemmeno lontanamente il privilegio loro concesso di essere bipedi pensanti e che si ostinano a mostrarsi miserrime creature figlie della bassezza e della meschinità.
Alla fine della fiera, mentre io mi indigno e mi vergogno loro sono quelli intelligenti, raziocinanti e con il futuro del pianeta nelle mani.
Io invece, sono e rimango solo un cane.
di Carmela BARBARA