Ultime della sera: “Il grande gioco”
Che fantastica storia è la Vita ! (A. Venditti) Fantastica come un gioco. C’è un unico modo per scoprirne esiti e sviluppi ed è quello di tuffarsi dentro ma, certamente, l’intensità e la voglia con la quale si partecipa, possono condizionare il risultato. Fin da piccoli siamo abituati a giocare ed è la cosa che vorremmo sempre continuare a fare. Anche da piccoli, però, impattiamo nelle dure regole; nel comportamento altrui, nella voglia di vincere e prevalere ad ogni costo e anche nelle interferenze dei grandi.
Crescendo poi, il gioco e la competizione si fanno sempre più duri e sempre su maggiori fronti. Si comincia a temprare il carattere; si assaporano le sconfitte; si apprezza la rivincita e il ristoro mentre scorre inesorabile il gioco. I sogni e le aspettative che avevamo da piccoli cominciano a mutare o modellarsi lasciando posto a termini di paragone più reali e più concreti; oppure si modificano e si ampliano per condurci in nuove direzioni e per adeguarne la portata, la durata e dimensione.
Tuttavia spesso i sogni ci accompagnano nel gioco ed è giusto coltivarli perché sognare è sempre lecito e pensare in grande ci aiuta a librarci dal comune vivere e a sviluppare e misurare le capacità. Il gioco poi si snoda tra gli alti e bassi, tra la noia e la frenesia, tra il bello e cattivo tempo nonché tra quello che ci siamo cercati e quello che ci è stato riservato. Nel gioco bisogna accettare e bisogna elaborare; occorre guardare fuori e guardarsi dentro e molto spesso non serve recriminare perché non porta a nulla.
Nel gioco bisogna rialzarsi, trascinare o farsi trascinare; guardare al buono e gioire del pizzico di fortuna; ringraziare chi ti è stato a fianco o chi ti è stato d’esempio e perfino chi ha mostrato maggiori doti. Non sempre i tempi sono quelli che immaginiamo e non sempre le mete quelle che ci eravamo prefisse. Non sempre i luoghi quelli desiderati ma tutto ciò deve servire a capire i segni e a leggerne gli indirizzi. Il gioco è dinamico ma anche statico. Ti manipola e ti modella come non pensavi e ti aiuta a comprendere delle cose che erano in fondo poi molto chiare.
Spesso nel gioco bisogna voltarsi indietro e avere capacità di memoria: ma non bisogna rammaricarsi. Fare tesoro dei propri errori serve ma occorre altresì la capacità di rialzarsi e ripartire anche chiedendo aiuto. Il gioco ti travolge e vale la pena di viverlo fino in fondo cercando di essere quello che siamo diventati accettando di cambiare e di cambiarsi. E poi ci sono le persone che incontriamo e che partecipano, concorrono, indirizzano e modificano il nostro grande gioco. Le persone sono vita e con le relazioni viviamo più intensamente e sapientemente il nostro cammino In fondo che gioco sarebbe essendo l’unico partecipante.
Eppur nell’unicità della partita di ognuno, il fattore “incontro” è determinante. Ciascuno si curi allora d’avere splendide relazione umane e poi magari alla fine, voltandosi indietro, potremo dire: “Che grande gioco ho potuto vivere !!!” Mare calmo