Ultime della sera: “Con la mano sul cuore”

Redazione Prima Pagina Mazara

In questi giorni si disputano gli Europei di Calcio e noi cantiamo con la mano sul cuore, con solennità, l’Inno nazionale, (noi come i tifosi di ciascun paese) fieri di un’appartenenza che è condivisione e adesione a valori fondanti di una cultura e di una civiltà.

E dunque, con la mano sul cuore.

Ma, negli stessi giorni, l’ennesimo naufragio (“ennesimo”, come dire “uno più, uno meno”) porta sulle rive del nostro Paese, madri e bambini morti, senza più vita e senza più speranza: a che ci serve la mano sul cuore se non sappiamo tenderla a chi ci chiede aiuto! E mentre muoiono persone come falene che bruciano le proprie ali al fuoco di candele che avevano creduto luce e invece erano roghi di egoismo, i Tg nazionali, aprono con le dispute interne ad un partito, o movimento o qualsiasi cosa sia, per definirne la leadership e a me sfugge il criterio di priorità con cui si danno le notizie.

E, ancora in questi giorni, c’è Chiara, 16 anni, attirata dal suo ragazzo con l’inganno: e lei si fida e va e muore. Come Saman, la ragazza pachistana, caduta nel tranello dei più intimi familiari e uccisa, come si uccide un errore, un’aberrazione della natura. E prima di loro, Emma, Elena, Laura, Victoria, Ilenia, Piera, Clara, Licia…più di 35 dall’inizio dell’anno, fino all’ennesima di cui la cronaca ci parlerà (già, l’ennesima, tanto una più una meno, cosa vuoi che sia…). E noi ancora con la mano sul cuore, che forse è diventato un cuore di pietra.

E poi il covid e le varianti, che fra poco non basterà l’alfabeto a indicarle tutte, e i vaccini sì, no, forse, una dose, anche due, forse tre e intanto vabbè, divertiamoci “chi ci nn’è di sta vita”. E la prudenza e la follia. E poi c’è qualche poliziotto che non ha capito che la mano andava messa sul cuore e non sul manganello, e che un giuramento è un giuramento e che fedeltà alla costituzione è cosa seria (ma questo dovrebbe valere per tutti e non solo per i militari).

E i ghiacciai si sciolgono come calippi sotto l’ombrellone, e l’acqua è avvelenata ma “non posso salvarlo io il mondo!” e qualunque cosa si faccia, “se ne poteva fare un’altra e altrove sono più bravi e loro sì che ne capiscono”!

E mentre puntiamo l’indice contro gli altri, dimentichiamo che le altre tre dita della nostra stessa mano, sono puntate contro di noi. Ma davvero siamo certi che ciascuno di noi stia facendo tutto ciò che può e che sa e che deve? Quante volte abbiamo rimproverato aspramente agli altri, ciò che teneramente abbiamo perdonato a noi stessi!

Abbiamo vite costellate di “Se”, di indugi, di paure. Se avessimo il coraggio di dire più “Sì”, di esserci, di non tirarci indietro senza aspettare che tanto ci sarà qualcuno che ci pensa, forse potremmo davvero dire di aver fatto la nostra parte, in questa piccola città e nel mondo.

E in tutto questo, io continuo a pensare che nulla accada per caso e che se anche tutto accadesse per caso, nulla ci impedirebbe di trovarci un senso o di darglielo noi quel senso. E il senso forse è proprio in quel ritmo, in quel battito che è respiro e alito e canto di vita, oltre la pelle, oltre la storia, oltre i confini…

E allora torno a cantare l’inno , che è un inno di grazie, per tutte le cose belle che ancora riesco a vedere, per tutti i fiori che si fanno spazio fra l’erba infestante, per ogni ape che continua a produrre il miele. E penso a chi lavora con coscienza e competenza, a chi offre energie e risorse gratuitamente senza aspettarsi nulla in cambio, a chi coltiva bellezza e arte e cultura, a chi promuove salute e benessere, a chi ha scelto di mettersi al servizio degli altri nelle istituzioni e fuori da esse, a chi sa prendersi cura delle persone e delle loro storie, a chi sa gioire senza fare pagare a nessuno il conto per la propria gioia, a chi sa accogliere e raccogliere, a chi non guarda l’orologio se sa che il suo tempo può servire a chi ormai non ne ha più.

A chi sente il battito del mondo, oltre il gesto.

Con una mano sul cuore e l’altra mano tesa.

di Maria LISMA

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com