Si avvia alla conclusione il processo per la centrale della droga a Sappusi. Chieste diverse condanne

Redazione Prima Pagina Mazara

Si avvia verso la conclusione il processo scaturito dall'Operazione Virgilio a Marsala. Chiusa la fase dibattimentale, il Pubblico Ministero Giuseppe Lisella ha avanzato pesanti richieste di condanna per gli undici imputati, accusati di aver gestito un'articolata rete di spaccio, una vera e propria centrale della droga, nel quartiere di Sappusi, precisamente in via Virgilio. Durante la sua requisitoria al Tribunale di Marsala, di fronte al Collegio presieduto dal Presidente Vito Marcello Saladino, il PM ha sottolineato la gravità dei reati commessi.

Gli imputati, infatti, non si limitavano allo spaccio di crack, eroina e cocaina, ma si rendevano responsabili anche di altri gravi reati come estorsione, riciclaggio di denaro, lesioni personali e tentato sequestro di persona. Queste le richieste avanzate dal PM: Parrinello Giovanni, anni 30 di reclusione; Adorno Michele, anni 30 di reclusione; Lungaro Marilena, anni 14 di reclusione; Lombardo Pietro, anni 17 di reclusione; Torre Jessica, anni 12 e mesi 6 di reclusione; Di Girolamo Antonino Davide, anni 10 e mesi 6; Dardo Gianluca, anni 6 e mesi 8 di reclusione, multa di 17mila euro; Titone Leonardo, anni 4 e mesi 6 di reclusione, 10mila euro di multa; Galfano Valentina, anni 3 e mesi 3 di reclusione; Di Girolamo Anna Maria, assoluzione per non aver commesso il fatto; Sangiorgio Sergio, assoluzione per non aver commesso il fatto.

Le indagini hanno preso il via nell'ottobre del 2021 da un tragico evento: una donna di 45 anni, D.R.B., è stata trovata morta per overdose in un'auto nel quartiere di Amabilina; pochi giorni dopo, il compagno si è tolto la vita. Da qui, i Carabinieri, coordinati dalla Procura di Marsala, hanno avviato un'indagine che ha portato a smantellare la piazza di spaccio di Sappusi, da cui la donna si riforniva. Nella ricostruzione dei fatti, il PM ricorda come le indagini abbiano svelato un particolare sistema di spaccio: da Marsala partivano delle spedizioni contenenti droga all’interno dell’incarto di cioccolatini, destinati a uno degli imputati, Giovanni Parrinello, mentre si trovava rinchiuso nel carcere di Rossano Calabro e, a sua volta, avrebbe poi spacciato gli stupefacenti agli altri detenuti.

Sempre nell’Operazione Virgilio, è emerso l’omicidio di Antonino Titone, ucciso con un piede di porco, maturato nell'ambiente del traffico di droga a Marsala. Per questo delitto, avvenuto nel settembre 2022, è stato arrestato Giovanni Parrinello, di 41 anni, già coinvolto nella stessa operazione. Le indagini hanno rivelato che il movente dell'omicidio sarebbe stato un debito non saldato per una fornitura di stupefacenti. Per questo delitto, Parrinello è stato condannato in primo grado all'ergastolo.

Ed è emersa anche la storia di un giovane benestante di Marsala che, secondo le indagini, ha speso circa 75.000 euro in crack ed eroina in un solo anno, acquistando più di mille dosi. Il giovane, considerato un "cliente d'oro" dal gruppo, era controllato da una delle arrestate. Quest'ultima, condannata a seguito di rito abbreviato, approfittando della sua dipendenza, lo minacciava di rivelare tutto alla sua famiglia per estorcere denaro, arrivando a farsi consegnare una Nissan Qashqai, un dollaro d'argento e una collana preziosa come pagamento per il debito.

Nel corso delle perquisizioni legate all'operazione, sono stati sequestrati circa 50.000 euro in contanti ritenuti provento dell'attività di spaccio. Alcuni assuntori, sarebbero stati costretti a consegnare ai pusher la carta del Reddito di Cittadinanza in cambio di crack, eroina e cocaina. A ottobre, le arringhe dei legali difensori Massimiliano Tranchida, Giacomo Frazzitta, Nicola e Giovanni Gaudino, Vincenzo Sammartano, Duilio Piccione, Francesca Frusteri, Pietro Giacalone.