Resti di tonno e gambero a Torretta Granitola, al confine fra Mazara-Campobello

Redazione Prima Pagina Mazara

Carcasse di tonno e scarti da lavorazione di gambero rosa, questo quanto scaricato da ignoti, incivili, nella notte fra venerdì e sabato scorso, in un’area di Torretta Granitola, e precisamente in un terreno di via Farfantazzo, una strada che segna il confine fra i Comuni di Mazara del Vallo e Campobello di Mazara. Quanto avvenuto (vedi foto copertina) ci è stato segnalato da un residente della zona, e presenta molte analogie con quanto accaduto nella stessa notte all’interno della Riserva Naturale integrale “Lago Preola e Gorghi Tondi” dove nella mattinata di sabato alcuni volontari del Wwf avevano segnalato alle autorità di competenza, al Comune di Mazara del Vallo, la discarica abusiva di scarti di tonno e gambero; l’Ufficio Ambiente del Comune nella giornata di domenica 14 maggio attraverso un mezzo con gru ha proceduto alla rimozione dei resti dei suddetti prodotti ittici classificati nella categoria dei rifiuti speciali e pertanto smaltibili in apposita discarica.

Pertanto è probabile che le due azioni criminali siano state prodotte dalla stessa mano, chissà forse attraverso un grosso camion che prima, o anche dopo, avrebbe fatto tappa presso la Riserva naturale e poi dopo aver percorso un tratto della SP38 in direzione Torretta Granitola e poi un tratto della SP51 abbia svoltato in via Farfantazzo e dopo 150 metri circa sulla destra scaricato in un terreno l’altra parte del carico illegale. A supporto di questa ipotesi potrebbero esserci delle telecamere di videosorveglianza lungo il suddetto percorso.

Si spera nel frattempo che anche questa volta la rimozione del cumulo di teste e lische di tonno e resti di gambero sgusciato (evidenti anche dei guanti in lattice color blu) sia rimosso celermente. Ogni anno in questo periodo si registra l’incivile pratica che consiste nel disfarsi scarti di partite di tonno pescato illegalmente rispetto alle cosiddette “quote” assegnate dall’ICCAT alle singole marinerie. Ad abbandonare le carcasse di tonno sono operatori ittici, per lo più abusivi, dopo aver prelevato la carne da commercializzare che viene poi rivenduta a qualche pescheria, con conseguente rischio per la salute dei consumatori vista la mancanza dei requisiti di tracciabilità del prodotto, spesso mal conservato.

Il fenomeno dell’abbandono di resti di prodotti ittici, ma anche di reti da pesca e di altre tipologie di rifiuti, non è nuovo e riguarda in maniera diffusa l’esteso territorio mazarese, da est ad ovest, ma anche le campagne in direzione Salemi. In particolare in questo periodo però, ormai da alcuni anni a questa parte, si assiste all’abbandono di carcasse di grossi tonni; alcune di queste, come del resto anche scarti di gambero sgusciato, sono state avvistate qualche anno fa addirittura all’interno del già “malato” ed quasi innavigabile porto canale, ma anche nella zona di c/da Santa Maria, per non parlare dell’oasi orientata di Capo Feto gestita da Legambiente ove visitatori e kiters ritrovano quasi quotidianamente cumuli di rifiuti di ogni genere.

Francesco Mezzapelle