Provincia di Trapani sempre più numero uno per centri di accoglienza. Ma rischi per l’infiltrazione della criminalità

Redazione Prima Pagina Mazara

La notizia farà certamente discutere e porre ancor più l'attenzione verso il tema dell'accoglienza dei migranti in Provincia di Trapani e circa il rischio, reale, della esistenza di un vero e proprio "business dell'accoglienza".

Entro la fine di febbraio saranno aperti nuovi centri a seguito di un bando di gara bandito dalla Prefettura per l'accoglienza di 600 migranti.

L'offerta più vantaggiosa presentata è stata quella della Php Piazza Armerina: 27,65 euro per ogni migrante ospitato. La ditta di Enna, che sarebbe pronta ad aprire una decina di centri di accoglienza in Provincia, sembrerebbe però che sia una delle coinvolte, anche se indirettamente, nella maxi inchiesta "Mondo di mezzo" che ha avuto come centro nevralgico la Capitale e che ha messo in luce l'esistenza di una grossa rete fra politica, di destra e di sinistra, funzionari e dirigenti, rappresentanti del terzo settore e macro-criminalità.

In ordine di vantaggiosità le altre offerte classificate sono quelle dell'associazione Mssi di Salemi e la cooperativa "Serenità" di Salaparuta. Pertanto sono state avviate delle verifiche da parte della Prefettura per l'aggiudicazione dell'appalto che dovrebbe avvenire entro la fine di gennaio.

Ma non finisce qui, infatti a luglio è previste un nuova gara alle quali prenderanno parte anche le ditte che hanno ricevuto la proroga a continuare per altri sei mesi il loro operato.

Pertanto la Provincia di Trapani, con oltre 30 centri, è il territorio in cui sono state più strutture d'accoglienza in Italia. Il costo medio per l'accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno, questa però non è una cifra stabilita per decreto ma calcolata in base alla valutazione dei costi di gestione dei centri approvati dalla Prefettura. Le 35 euro non vanno agli ospiti dei centri ma vengono dati alle "onlus" per le spese di vitto, alloggio, pulizia e manutenzione delle strutture; una parte sarebbe riservata alla mediazione linguistica ed all'inserimento lavorativo dei migranti. Delle 35 euro soltanto 2,5 euro, mediamente, viene data ai migranti, rappresenta il cosiddetto pocket-money per le piccole spese quotidiane (ricariche telefoniche per chiamare i parenti, alle sigarette, alle piccole necessità come comprarsi una bottiglia d'acqua o un caffè).

In questo scenario facile per alcune frange politiche strumentalizzare la questione alimentando sentimenti di odio razziale.

Inquietante è inoltre la possibile presenza di una rete del traffico di vite umane. Molti migranti provengono da zone di guerra, che ha basi sia sui luoghi di partenza ma che probabilmente è alimentata anche dal business che nel territorio italiano vede in prima linea molte organizzazioni "non profit" (si fa per dire), alcune anche nate dal nulla, o semplicemente privati che si sono reinventati operatori dell'accoglienza sapendo di poter contare giornalmente del suddetto contributo statale.

Non fa notizia che nei porti di imbarco della sponda sud del Mediterraneo vengano distribuiti ai migranti in partenza alcuni volantini (vedi foto n.2), circolano su facebook, che invitano gli stessi in caso di bisogno al largo delle coste siciliane di chiamare con i loro satellitari il su 1530, cioè il numero di emergenza della Capitanerie di porto

Ciò che purtroppo si dimentica è quella prima linea di lavoro ed accoglienza costituita dagli operatori delle Capitanerie di Porto, dei volontari del 118 e di altre organizzazioni e delle protezioni civili dei Comuni che devono prontamente mettere a disposizione risorse umane e finanziarie nonostante i tagli dei trasferimenti finanziari da parte di Stato e Regione.

L'accoglienza a queste persone sfortunate è innegabile, servirebbe però certamente un maggiore controllo da parte delle autorità competenti affinchè una volta arrivate in Europa (lo siamo solo quando ci chiedono di stringere la cinta? E di metter mano al portafoglio?) questa gente possa non cadere vittima di un sistema i cui confini fra legalità ed illegalità sono labili e spesso invisibili. Senza contare il rischio che gli stessi migranti possano cadere nella rete della criminalità e prostituzione.

Francesco Mezzapelle

18-12-2014 15,30

{fshare}