Nelle Marche si presenta “Massimo Garau, la vera storia del naufragio"
Domani venerdì 5 Maggio alle ore 18 presso il Museo della Civiltà Marinara delle Marche, a San Benedetto del Tronto, sarà presentato il libro di Gaspare Bilardello intitolato “Massimo Garau, la vera storia del naufragio”. L'evento è organizzato dall'Associazione culturale "I luoghi della scrittura" presieduta da Mimmo Minuto. Converserà con l'autore Silvio Venieri, segretario della stessa Associazione organizzatrice. Interverranno: l'assessore regionale Attività Produttive e Pesca Marittima delle Marche, Andrea Antonini, e l'on. Nicolò Cristaldi, già presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, deputato al Parlamento nazionale (tre volte), già deputato regionale Siciliano e due volte sindaco di Mazara del Vallo e di Calatafimi Segesta.
Gaspare Bilardello è nato a Mazara del Vallo il 2 agosto del 1962, è un imprenditore, sposato, padre di quattro figli. Nel 1994 si trasferisce insieme alla famiglia a San Benedetto del Tronto e, per i successivi venticinque anni, lavora nel settore della pesca oceanica facendo la spola tra l’Italia e l’Africa occidentale. Laureato in Economia all’Università di Palermo, già autore di diversi articoli sulla pesca, ha finito di scrivere il libro nel marzo del 2022. Già componente del direttivo Federpesca (Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca Roma). Già componente direttivo del Distretto Produttivo della pesca di Mazara del Vallo
Il Libro. La sera del 16 febbraio del 1987 affonda nel mar Mediterraneo il "Massimo Garau, peschereccio atlantico iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo. Era diretto a Dakar, nel Senegal. Nel naufragio muoiono diciannove marinai, quattro italiani e quindici africani, tutti regolarmente imbarcati e dipendenti da diversi anni della società armatrice siciliana, proprietaria della nave da pesca. Fu una grande tragedia per i familiari delle vittime e per l’intera comunità mazarese.
Il libro narra, in un'altalena di emozioni, la storia di un peschereccio, il Massimo Garau, e del suo equipaggio, che per cause all’apparenza misteriose cola a picco senza lasciare traccia di sé. Dopo diversi mesi, tra sospetti, illazioni, ricostruzioni fantasiose, la nave viene ritrovata ad ottantatré metri di profondità, adagiata sul fondale marino tra Tunisi e l’isola di Pantelleria, e solo dopo dieci lunghi anni riportata in superficie. La narrazione è condita da storie personali del fondatore della compagnia armatoriale, racconti che si intrecciano con quelli dell’autore del libro che, oltre ad esserne il narratore, in parte ne è anche protagonista.
Nella storia del naufragio del Massimo Garau si delinea, inesorabilmente, come in molti altri misteri italiani, l’ombra del depistaggio. Tra menzogne e mezze verità ci si scopre, ancora una volta, appartenere ad un Paese nel quale la soluzione dei casi, tra cui quello del naufragio del peschereccio siciliano, è difficile, se non impossibile, quando ad essere coinvolti, vi sono probabilmente apparati di Stato.