Mazara,la Chiesa pagherà le utenze delle famiglie dei pescatori sequestrati a Bengasi da 33 giorni

Redazione Prima Pagina Mazara

Vicinanza ma anche aiuto concreto della Chiesa mazarese alle famiglie. Il Vescovo della Diocesi, mons. Domenico Mogavero ha incontrato, nel tardo pomeriggio di ieri, i familiari dei 18 marittimi che si trovano ancora in stato di fermo in Libia, dopo che i loro motopescherecci – “Antartide” e “Medinea” sono stati fermati dalle milizie del generale Haftar. Le famiglie dei pescatori (mazaresi e tunisini) da tre giorni occupano l’aula consiliare del Comune di Mazara del Vallo, con l’intento di non far scemare l’attenzione sulla questione che vede coinvolti i loro cari.

La preoccupazione maggiore dei familiari è ora quella di sapere le condizioni di salute dei marittimi: “Da 16 giorni non abbiamo la possibilità di poterli sentire al telefono – hanno detto al Vescovo – a noi basta anche che parli uno solo a nome di tutti e ci dicano che stanno bene”. “La risoluzione della vicenda non dipende da noi. Abbiamo notizia che la Farnesina è impegnata nella trattativa, della quale non conosciamo i particolari”, ha detto Mogavero. Il Vescovo è in contatto con un funzionario del Ministero degli Esteri.

Durante l’incontro – presente il Presidente del Consiglio comunale Vito Gancitano – il Vescovo alle famiglie ha assicurato la vicinanza della Chiesa locale, anche con segni concreti laddove c’è la necessità. Monsignor Mogavero ha chiarito che la Chiesa è disponibile anche al pagamento di utenze: “Nessuno lo consideri come un’intrusione nella vita privata, ma solo come l’offerta di disponibilità per la soluzione di eventuali difficoltà. Noi vogliamo essere al vostro fianco sino a quando i nostri fratelli marittimi non torneranno a Mazara del Vallo”, ha detto Mogavero.

(in foto copertina un momento dell’incontro tra il Vescovo Mogavero ed i familiari dei marittimi detenuti da 33 giorni a Bengasi). L’incontro si è concluso con un minuto di silenzio, una modalità per ognuno dei presenti, cristiani e musulmani, di fare una preghiera secondo il proprio credo religioso.