Mazara, Pasqua: la riflessione di Don Leo Di Simone

Redazione Prima Pagina Mazara

Durante la nostra trasmissione PrimaNews, abbiamo avuto il piacere di intervistare Don Leo Di Simone, figura di pace per la Diocesi di Mazara anche per il ruolo di coordinatore del Centro Operatori della Pace. In questa settimana importante per la cristianità, la Settimana Santa, Don Leo ha offerto una profonda riflessione sullo stato attuale della fede e sul significato della Pasqua. Don Leo ha esordito osservando come le celebrazioni pasquali, pur mantenendo le loro forme tradizionali, rischino di perdere il loro valore intrinseco in una società "post-cristiana" e materialista. Ha ricordato come simboli come la colomba, l'agnello e l'uovo pasquale affondino le radici in una ricca simbologia biblica, spesso ignorata o ridotta a semplice folclore.

"La Colomba Pasquale che rimanda al racconto della Bibbia di Noè, la colomba che ritorna all'Arca dopo il grande diluvio con il ramoscello d'ulivo a significare che la Terra era emersa dall'acqua e quindi è un simbolo di pace- afferma Don Leo, che continua- Dovunque si parla di pace, sono tanti emblemi: dato l'ulivo rimane con la colomba con l'ulivo nel becco. L'agnello Pasquale è Gesù, bisogna andare al rituale della Pasqua ebraica così come è descritto dalla Bibbia, Antico Testamento, la cena pasquale mosaica e l'agnello che era il piatto della cena, ma ricordando l'agnello del sacrificio che poi nel Nuovo Testamento è Gesù Cristo.

Il sepolcro si è aperto e con l'uovo si è aperto esce fuori la vita. Quindi sono simboli di vita, simboli di pace, simboli di una fede che la nostra cultura purtroppo ha perso perché questa fede implica un ethos, cioè implica un atteggiamento morale, implica un vivere conseguenzialmente a quella fede. Ora questo credo che sia smarrito in questo nostro mondo, nella maggior parte dei casi, diciamo a livello planetario." Don Leo ha posto l'accento sulla necessità di una fede che si traduca in un "ethos", un atteggiamento morale e un modo di vivere coerente con i principi evangelici, purtroppo spesso smarrito nella società contemporanea. Rivolgendo lo sguardo al panorama internazionale, Don Leo ha espresso la sua preoccupazione per le oltre cinquanta guerre in corso nel mondo, evidenziando come il messaggio di pace della Pasqua appaia in contrasto con il "rumore delle armi" e la "parola della guerra".

Ha citato le parole di Papa Francesco, ricordando che anche le parole possono essere "bellicose", e ha sottolineato come una pace basata sulla prepotenza e sulla sopraffazione sia una "pace falsa", destinata a fallire finché permangono le cause dell'ingiustizia. Richiamando la filosofia greca e il profeta Isaia, Don Leo ha affermato con forza: "Opus Iustitiae Pax" (la pace è frutto della giustizia). In un mondo segnato da profonde ingiustizie, la vera pace appare un obiettivo lontano. Don Leo ha poi ricordato come un tempo la Pasqua inducesse a una profonda riflessione.

Riferendosi alle processioni e alle manifestazioni popolari, ha osservato come spesso la partecipazione si limiti a un coinvolgimento emotivo transitorio, senza una reale interiorizzazione dei principi evangelici come l'amore per il nemico. Ha lamentato la perdita del valore del digiuno, un tempo pratica comune che aiutava a riflettere sulla condizione umana e sulla precarietà della vita, in contrasto con la società dell'opulenza in cui tutto è dato per scontato. Clicca qui per guardare l'intervista.