Mazara, il costruttore Nicola Giacalone ci spiega come ex nave della marina olandese diventerà yacht di lusso
Sabato scorso molti mazaresi hanno notato dal lungomare antistante il centro città transitare in direzione del “porto nuovo” un’imbarcazione abbastanza vetusta trainata da due rimorchiatori che si sono alternati proprio all’ingresso dell’area portuale. Il fatto ha destato molta curiosità, interrogativi, innescando anche qualche ipotesi fantasiosa, qualcuno ha pure pensato che si trattasse di una “nave-madre” utilizzata dai migranti. Ipotesi subito smentita anche dai fatti, non c’era infatti nessun mezzo della Capitaneria di Porto necessario in quel caso.
Subito dopo scoperto l’arcano, si trattava della “Snellius” (a sx nella foto di copertina), nave idrografica della marina militare olandese -stazza lorda di 1089 GT- costruita nel 1952 dai cantieri navali “Scheepswerf en Machinefabriek P. Smit Jr” di Rotterdam. Fu posta in disarmo nel 1972, successivamente, dal 1973 al 1976, venne impiegata come nave appoggio per sommergibili in Scozia. Nel 1977 fu venduta ad un altro cantiere navale olandese e poi utilizzata come nave museo. Nel 1981 fu noleggiata per alloggio degli equipaggi in partenza sulle fregate.
Negli ultimi anni, battente bandiera del Togo, l’imbarcazione -72metri per 11 di larghezza- è rimasta ormeggiata nel porto di Napoli. Da lì arrivata a Mazara del Vallo dopo esser stata acquistata da un grosso imprenditore fiorentino che vuole trasformarla in nave di lusso e pertanto si è affidato all’eccellenza cantieristica maturata sulle rive del Mazaro, ed in particolare allo storico Cantiere Giacalone per la realizzazione di un ambizioso progetto di riconversione navale. Sarà completamente ristrutturata per diventare un mega yacht dotato di un elegante ristorante.
"L'armatore ci ha chiesto di mantenere la storia di questa nave -spiega Nicola Giacalone, rappresentante della seconda generazione dell’omonimo cantiere- ma da progetto verrà allungata di quindici metri circa, garantendo tutti gli standard di sicurezza e applicando tecnologie green. La scelta del nostro cantiere, già protagonista nella realizzazione di diverse tipologie di navi destinate ad altre località italiane –sottolinea con orgoglio il costruttore mazarese- rappresenta un’ulteriore attestato di stima per il know-how e la professionalità maturata in questi decenni”.
Lo stesso Giacalone (in foto da noi scattata) ha indicato in circa due anni la durata dei lavori: verranno effettuati sia in banchina (la nave si trova al momento ormeggiata nella banchina Mokarta del “porto nuovo”, quella ove presente maggiore pescaggio) ma anche in cantiere; gli ultimi “assemblaggi” saranno effettuati in una località marittima toscana ove poi il mega yacht sarà varato. Saranno impegnati carpentieri navali, saldatori, tecnici, esperti di automazione ed ovviamente artigiani, in tutto circa una cinquantina saranno infatti i protagonisti della rinascita dell’imbarcazione; dagli impianti tecnologici agli arredi di pregio, tutto sarà pensato per offrire un'esperienza esclusiva in mare, in linea con le tendenze del turismo di alto profilo.
L’intervento di recupero sarà pertanto affidato interamente alla manodopera locale; ciò rappresenta non solo un'importante occasione occupazionale ma il rilancio del settore della cantieristica locale considerata l’annosa crisi della pesca che ha causato, proprio a Mazara del Vallo, considerata la capitale della pesca italiana, una drastica riduzione del numero dei motopesca d’altura che in vent’anni da trecento si sono ridotti a circa un settantina.
Francesco Mezzapelle