Mazara del Vallo, quando il navigatore ti manda "all’inferno"...
"Giro di notte con le anime perse...", canta Piero Pelù con i Litfiba nello storico brano "El Diablo", ma per incontrare le anime perse non è necessario aspettare il calar del sole: basta farsi un giro di giorno nel centro storico di Mazara del Vallo. Io, per esempio, le incontro mediamente nel primo pomeriggio. Le anime perse, in questo caso, sono i turisti. Più precisamente: turisti motorizzati che si sono avventurati (o meglio: smarriti) tra i vicoli del centro con le loro auto, convinti, chissà come, che sarebbe stata una buona idea.
Li vedi aggirarsi spaesati, lo sguardo impaurito e il navigatore in tilt, come Dante senza Virgilio, alla ricerca disperata di una via d’uscita da questo inferno urbano, verso il paradiso: una strada larga abbastanza da non sfregiare paraurti e dignità. L’ultimo "dannato" che ho incontrato guidava una Volkswagen Taigo. Cercava le Poste Centrali ma, evidentemente, non si era accorto di aver imboccato il girone sbagliato. Piccola parentesi tecnica: la Taigo è larga 199,5 cm con gli specchietti aperti.
Tradotto: 2,5 millimetri per lato, 5 millimetri sotto il limite massimo per accedere al centro storico. Se si chiudono, si guadagna qualcosa (la larghezza dell'auto si riduce a 175,7 cm), ma resta comunque una manovra se non da guidatori esperti quantomeno pratici o da equilibristi. In teoria , ci passano. In pratica no. Quando li intercetto, la mia prima domanda è sempre la stessa: "Ma lei qui come c’è arrivato? Non ha visto il cartello che indica la larghezza massima consentita?" Risposta invariabile: "No". Eppure quei segnali ci sono.
Sono grandi, chiari, inequivocabili. Non ricordo un solo accesso al centro storico dove manchino. Mi sono fatto raccontare il percorso dal turista spaesato, e lì ho capito dove stava "l’inghippo" che lo ha trascinato in questa odissea automobilistica. Per chi, come lui, entra in Corso Umberto I da Piazza Matteotti, fa il breve tratto in via Tenente Gaspare Romano e poi, con grande coraggio o incoscienza, gira subito a sinistra in via Sant’Antoninello, il cartello che avvisa della larghezza massima di due metri…c’è.
Ma notarlo è un’altra storia. Sta lì, appeso a sinistra (vedi foto a sx, quella a destra successivo incrocio con via Settevanelle), su un muro all’inizio della strada, come un messaggio nascosto e riservato solo agli occhi più attenti. Bisogna proprio volerlo notare. Quindi sì, c’è un problema. Non so se di segnaletica, di attenzione o di navigatore. Sta di fatto che continuo a incontrare turisti con lo sguardo perso che mi chiedono: "Ma secondo lei da qui ci passo?" oppure "Come faccio ad uscire da questo labirinto?". E io, ogni volta, penso che una copia della Divina Commedia in auto non sarebbe poi così fuori luogo.
Pasubio Giovinezza