Mazara, chiesa gremita per i funerali di Maria Cristina Gallo la "professoressa coraggio"

Redazione Prima Pagina Mazara

Si sono tenuti oggi, sabato 11 ottobre 2025, alle ore 10.30, presso la Cattedrale del Santissimo Salvatore a Mazara del Vallo, i funerali della professoressa Maria Cristina Gallo. Grande è il vuoto lasciato dalla stimata 56enne, spentasi il 10 ottobre dopo una strenua lotta contro la malattia. In segno di profondo cordoglio e vicinanza l'Amministrazione ha proclamato il lutto cittadino. La chiesa era gremita di tantissime persone. Erano presenti le autorità civili e militari, tra cui il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci con il gonfalone e la Polizia Municipale in alta uniforme, e il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.

Presenti anche il gruppo dell'Unitalsi, molti studenti e il corpo docenti dell'Istituto Ruggero d'Altavilla, la scuola dove la Gallo insegnava italiano. Maria Cristina sarà ricordata come una combattente irriducibile. La diagnosi di un cancro al quarto stadio le è giunta con un ritardo di otto mesi nel referto istologico. Per questo motivo, la professoressa ha deciso di denunciare pubblicamente i ritardi. Sapeva di avere poche speranze, ma scelse di agire per cambiare le cose e garantire una sanità efficiente per il futuro.

La sua battaglia, pur stremata dalle terapie, era rivolta a combattere per la dignità degli altri. Le denunce della professoressa Gallo hanno dato il via a una vasta indagine che ha svelato le inefficienze e i ritardi che per anni hanno paralizzato l'ASP di Trapani. L'inchiesta riguarda un arretrato di oltre 3.300 referti, accumulatisi tra il 2024 e il 2025. Questa vicenda di malasanità ha portato la Procura di Trapani a indagare 19 persone tra medici, tecnici di laboratorio e infermieri. 

La funzione religiosa è stata celebrata dal Vescovo Angelo Giurdanella che ha ricordato la figura di Maria Cristina sottolineando il suo impegno con i bambini della biblioteca dell'Isola che non c'è. Ha poi aggiunto che la sua denuncia ha creato un sussulto nei cuori, creando le condizioni a livello pubblico per la lotta dei più deboli contro la sofferenza. L'omelia è stata affidata a Don Giacinto Leone, padre spirituale della professoressa. Quest'ultimo ha ricordato come Maria Cristina Gallo abbia "incarnato il Vangelo", vivendo con "umiltà e forza, con mente lucida e cuore ardente".

Il sacerdote ha ricordato come la malattia sia stata per lei un "pellegrinaggio" affrontato con piena consapevolezza e preghiera. Cristina è stata moglie, madre, educatrice e "presenza luminosa nei luoghi della fragilità". Tra le sue opere, la fondazione della Biblioteca dei bambini 'L'isola che non c'è', l'impegno come Operatrice Caritas e Ministro straordinario della Comunione, e la sua dedizione verso i ragazzi a scuola, in cui vedeva sempre "un potenziale da far emergere". Don Leone ha evidenziato come la sua fede fosse tradotta in carità concreta: "In lei la filosofia non rimaneva teoria: diventava carità, diventava umanità concreta".

Ma ha anche rimarcato il significato civile della sua sofferenza: "La sua lotta si è fatta battaglia civile, una lotta per un sistema sanitario che non sempre è in grado di rispondere alle vere necessità delle persone. Cristina non si è mai limitata a soffrire in silenzio, ma ha alzato la voce... cercando giustizia per tutti quelli che soffrono." L'omelia di Don Leone è stata seguita da un lungo applauso.

Un momento molto emozionante è stato il discorso dei figli Vincenzo, 25 anni, e Natale, 17 anni. I figli hanno ricordato la loro mamma, sempre vicina a loro nonostante il dolore e la sofferenza, il bene che voleva ai suoi studenti e come si sia presa cura di loro fino alla fine. Hanno concluso con un commosso 'Ti porteremo sempre con noi, grazie di tutto, mamma', anche questo accolto da un lungo applauso. I ragazzi hanno anche ricordato che, come diceva la madre, quel giorno doveva essere la sua festa, e per questo motivo il figlio grande indossava una maglietta bianca, colore della festa. Sono intervenuti anche la dirigente dell'Istituto Ruggero d'Altavilla, Grazia Maria Lisma, che l'ha ricordata come una "preziosa alleata", la sorella Brigida, che ha ripercorso momenti dell'infanzia fino ad oggi, e Francesca La Massara, direttrice del Museo Diocesano, che ne ha ricordato l'opera di coordinatrice della biblioteca diocesana e il suo impegno per la cultura e per estenderla in particolare ai bambini. 

La notizia della morte della professoressa, è stata ripresa da tutte le principali testate nazionali, suscitando il cordoglio e i commenti di numerose personalità di spicco. All'uscita del feretro dalla chiesa, tantissime persone hanno atteso fuori, accompagnandolo tra palloncini bianchi e cartelloni. Il suo ricordo non solo genera profondo cordoglio, ma continua a spingere l'attenzione sull'urgenza di riformare un sistema sanitario percepito come in grave crisi.