Lente d’ingrandimento sulla sanità siciliana: salgono a 19 gli indagati
L’indagine sui ritardi nelle refertazioni degli esami istologici presso l’Asp di Trapani ha portato all’iscrizione di 19 persone nel registro degli indagati. Tra gli indagati figurano medici, infermieri e tecnici di laboratorio coinvolti nelle procedure. L’indagine, avviata nel 2023, potrebbe presto estendersi anche a figure di rilievo amministrativo, quali ex commissari straordinari e direttori sanitari, attualmente non iscritti nel registro. Tra questi, si menziona l’ex manager Ferdinando Croce.
I pubblici ministeri Sara Morri e Antonella Trainito hanno notificato 19 avvisi di garanzia e hanno richiesto un incidente probatorio per sette pazienti oncologici, al fine di valutare il loro stato di salute attraverso una perizia medico-legale. Purtroppo, due di questi pazienti sono deceduti.
L’incidente probatorio serve a raccogliere prove univoche e irripetibili, utili in vista di un eventuale processo. La prima richiesta risale al 19 giugno; successivamente, a seguito di ulteriori approfondimenti dei Carabinieri dei Nas di Palermo, sono stati iscritti nuovi indagati, con un nuovo atto depositato.
Le ipotesi di reato includono omissione di atti d’ufficio e omicidio colposo, aggravato dalla cooperazione colposa. Tra gli indagati figurano medici quali Domenico Messina, Laura Miceli, Giancarlo Pompei, Giovanni Spano, Maria Paola Ternullo, Noemi La Francesca, Luisa Arvigo e Roberto David; tecnici di laboratorio come Paolo Di Nino, Ignazio Mauceri, Antonella Mistretta, Catia Di Bernardo, Aurelia Levolella, Giorgia Alongi e Maria Cristina Schifano; inoltre, infermieri come Calogero Bellacomo, Marilena Errante Parrino, Rosaria Maria Pia Incandela, e infine, l’assistente tecnico Gianpiero Accardo.
Alcuni pazienti hanno recentemente raccontato le proprie storie ai media, tra cui il Giornale di Sicilia, condividendo esperienze di ritardi e conseguenze sulla loro salute. Tra questi, Francesco Coddretto, deceduto il 6 maggio scorso e la cui vicenda è stata denunciata dalla figlia Valentina; Maria Cristina Gallo, tra le prime a denunciare i ritardi; e Gaetano Costanzo. Altri pazienti hanno preferito rimanere anonimi.
Un caso emblematico riguarda un paziente operato il 14 aprile 2024, il quale ha ricevuto l’esito dell’esame solo il 10 settembre. La diagnosi ha rivelato un adenocarcinoma al IV stadio: “A causa di una diagnosi tardiva, e considerando l’avanzato stato della malattia, non è stato possibile praticare alcun trattamento oncologico, limitandosi a cure palliative,” si legge nel referto. Il paziente è deceduto il 13 dicembre 2024. Secondo l’accusa, i referti sono stati consegnati con mesi di ritardo, impedendo diagnosi tempestive e terapie salvavita. Su oltre 3.300 esami istologici, 352 tumori non furono individuati in tempo.
L’ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio viene contestata per ogni ritardo. La cooperazione colposa con esiti mortali riguarda comportamenti reiterati e sistemici nei reparti di Anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano.
L’Asp di Trapani e l’assessorato regionale alla Salute sono parti offese nel procedimento. L’azienda sanitaria potrebbe anche costituirsi parte civile.