"La Dc non torna più, e neanche i democristiani..."

Redazione Prima Pagina Mazara

Riceviamo e pubblichiamo un'interessante riflessione del dott. Francesco Messina del Centro Studi Universitario Internazionale "Luigi Pirandello" a seguito delle vicende giudiziarie che hanno interessato il vertice della Democrazia Cristiana siciliana. Ecco quanto si legge: 

"Finita la Dc e steso un sincero silenzio verso tutti coloro che, maldestramente e con un pizzico di tenerezza, pensano di riproporla nell’attuale contesto politico italiano, resta aperta una domanda. E cioè, ma chi tenta, elegantemente, di imitare oggi il comportamento, la prassi e la politica dei “democristiani” che ruolo e che futuro potranno avere? Perché in questa singolare categoria non cisono soltanto alcuni settori nostalgici o di chi usa strumentalmente quel marchio per ritagliarsi uno spazio di potere personale e cercare disperatamente di strappare qualche seggio parlamentare.

In effetti, e come da copione, prosperano personaggi in cerca d’autore e, soprattutto, leader politici di primo piano che riscoprono tardivamente e misteriosamente una curiosa vocazione democristiana. Lo leggiamo quotidianamente su molti organi di informazione e lo ascoltiamo, quasi con incredulità, nei diversi e svariati convegni sulla presunta eredità politica e culturale della Democrazia Cristiana. Dunque, ormai è un fatto abbastanza condiviso. E cioè, la Dc non torna più perché la Dc, per dirla è stata un “fatto storico” e pertanto è una pratica politicamente archiviata.

Con altrettanta chiarezza, forse va detto che tutti gli innumerevoli e nuovo seguaci aspiranti democristiani hanno poco senso e poco spazio politico senza quel contenitore politico, culturale, programmatico ed organizzativo che si chiamava semplicemente Democrazia Cristiana. La vera Democrazia Cristiana è stato senz’altro un grande partito, una grande esperienza sociale e politica che ha messo insieme più generazioni di persone in ogni remoto angolo dell’Italia, conquistandosi per cinquant’anni un consenso che andava da un terzo a quasi la metà degli italiani.

Un partito di ispirazione cristiana, ma capace di autonomia rispetto alla Chiesa e alle sue autorità; un partito a lungo identificato con lo Stato, e quindi dotato di un suo sistema di potere, ma anche capace di manovrare in modo competente e responsabile le leve dell’amministrazione e del governo; un partito di mediazione sociale tra le classi, i ceti, i territori, le periferie italiane; un partito plurale, capace di sintesi e di compromessi tra le sue correnti interne, con una flessibilità tale da non subire praticamente scissioni fino all’ultimo giorno della sua vita.

Questa è la vera DC. In sintesi, non esiste la Dc senza i democristiani ma, soprattutto e semplicemente, non esistono i democristiani senza la Dc".