"I Guardiani del territorio": "il 2026 si apre con l'agricoltura siciliana al collasso..."
Il 2026 si apre mentre l’agricoltura siciliana, e la vitivinicoltura in particolare, sono sull’orlo del
collasso.
I Guardiani del Territorio augurano un Buon 2026 ai contadini siciliani, ma non possono limitarsi a
un augurio rituale: serve una presa di posizione netta, politica, senza ambiguità.
La Sicilia sta vivendo una crisi idrica devastante, annunciata da anni e colpevolmente ignorata. I
campi sono assetati, i vigneti muoiono, le aziende chiudono. L’acqua non manca per fatalità, manca
per responsabilità politiche precise, per l’assenza di programmazione, di infrastrutture, di una
visione agricola degna di questo nome.
In questo scenario drammatico, la politica regionale continua a voltarsi dall’altra parte,
spacciando come interventi a favore dell’agricoltura provvedimenti che nulla hanno a che fare con
la produzione agricola.
La stabilizzazione dei lavoratori dell’ESA e l’aumento delle giornate per gli operai forestali
non salvano un solo ettaro coltivato, non portano una goccia d’acqua nei campi, non garantiscono
reddito a chi produce cibo. Continuare a presentarli come politiche agricole è una mistificazione
inaccettabile.
I contadini siciliani sono stati lasciati soli: soli davanti ai costi fuori controllo, soli davanti ai
mercati in crisi, soli davanti alla siccità, soli davanti a una burocrazia ostile.
Eppure resistono.
Sono contadini eroi, veri custodi del creato, l’ultimo argine contro l’abbandono delle campagne, il
dissesto idrogeologico, la desertificazione economica e sociale della Sicilia interna.
Fa ancora più rumore il silenzio della politica se si considera che il valore del loro lavoro è oggi
riconosciuto anche a livello internazionale: la “Cucina Italiana”, grazie alla produzione di cibo di
qualità legata ai territori e ai saperi contadini, è stata recentemente valorizzata dall’UNESCO
come patrimonio fondamentale dell’umanità.
Un riconoscimento che smentisce clamorosamente l’indifferenza delle istituzioni regionali. In questo contesto, l’annuncio del Presidente della Regione, Renato Schifani, secondo cui la Sicilia
disporrà nei prossimi mesi di 2,5 miliardi di euro di avanzo di bilancio per una cosiddetta
“manovra storica”, rappresenta un passaggio decisivo e una prova di verità politica.
Sia chiaro:
non sarà storica una manovra che ignorerà l’agricoltura siciliana.
Non sarà storica se non affronterà strutturalmente l’emergenza idrica.
Non sarà storica se non investirà direttamente su chi lavora la terra e produce valore reale.
I Guardiani del Territorio chiedono che una parte significativa di queste risorse venga destinata:
• alle infrastrutture idriche e alla gestione dell’acqua,
• al sostegno immediato delle aziende agricole e vitivinicole,
• alla difesa del reddito dei contadini,
• alla tutela di chi garantisce cibo, paesaggio e sicurezza del territorio.
Se il Governo Regionale continuerà a ignorare i contadini eroi, allora dovrà assumersi fino in
fondo la responsabilità politica e morale del declino agricolo della Sicilia.
Il 2026 deve essere l’anno della rottura con le politiche di facciata e con l’ipocrisia istituzionale.
Perché senza acqua non c’è agricoltura,
senza agricoltura non c’è economia reale,
e senza i contadini la Sicilia perde il diritto di chiamarsi terra