Guerra Iran, allerta massima nella base siciliana di Sigonella

Redazione Prima Pagina Mazara

È allerta massima nelle basi americane in Italia dopo l’attacco statunitense in Iran nella notte fra sabato e domenica. Il blitz americano ha con l'utilizzo dei futuristici bombardieri B-2 Stealth ha colpito tre siti nucleari di Teheran: Fordow, Natanz ed Esfahan. Con questa mossa voluta dal presidente Donald Trump è salita pertanto ulteriormente la tensione in Medio Oriente dopo la guerra all'Iran innescata alcuni giorni fa da Israele. Così il rischio di una ritorsione iraniana, o dai suoi "proxy", sulle basi americane del Medioriente e Mediterraneo si fa serio. Da Aviano a Sigonella, secondo quanto si apprende, l’attenzione è massima. Rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari

Situata nei pressi di Catania, la base militare di Sigonella (vedi foto di archivio), fondata 66 anni fa,  è una base mista, sotto comando italiano ma utilizzata estensivamente da Marina e Aeronautica statunitensi. È soprannominata "la portaerei del Mediterraneo" per la sua centralità nelle missioni USA in Nord Africa, Medio Oriente e Sahel. Vi operano anche droni "MQ-9 Reaper" e velivoli da sorveglianza come gli "EP-3". È un nodo strategico per la guerra elettronica e per il comando Africom, responsabile delle operazioni statunitensi nel continente africano. Sigonella -ricordiamo- fu anche teatro, nel 1985, di una storica crisi diplomatica tra Italia e Stati Uniti dopo il dirottamento della nave Achille Lauro da parte di un commando palestinese. Allora, il premier italiano Bettino Craxi si oppose alle richieste di estradizione degli USA, causando frizioni con il presidente Ronald Reagan.

In merito al nuovo conflitto in Medio Oriente che ha visto nelle ultime l'intervento diretto degli USA, l'esperta di geopolitica Unict Francesca Longo ha così dichiarato a RaiNews: “La base di Sigonella e l'impianto satellitare Muos a Niscemi sono indirettamente coinvolti nel conflitto, non per il ricovero dei bombardieri ma per l'attività di "sorveglianza" del nemico attraverso droni e parabole. Inoltre è alta l'allerta antiterrorismo, la preoccupazione è che anche gli avamposti militari americani al di fuori della regione mediorientale possano diventare obiettivi sensibili".