Dragaggio porto canale di Mazara, nuovo annuncio. Sarà la volta buona?
“Abbiamo avviato il monitoraggio ante-operam che durerà una settimana e dopo di che il cantiere sarà avviata. Finalmente dopo trent’anni avremo la foce del fiume Mazaro dragato”. Questo quanto ha dichiarato il dott. Maurizio Croce, commissario per il Dissesto Idrogeologico della Regione Siciliana, a Stefania Petyx in un servizio di “Striscia la Notizia” andato in onda venerdì 17 febbraio su Canale 5. Stefania Petyx insieme al suo bassotto è stata a Mazara del Vallo lo scorso 2 febbraio dopo aver raccolto il grido di allarme di alcuni operatori economici le cui attività, cantiere navale e piccola pesca, rischiano seriamente di cessare a causa delle condizioni del porto canale.
Infatti un altro anno è iniziato ed il tanto atteso dragaggio non è stato ancora realizzato; non sono mai iniziate concretamente le operazioni per ripristinare il fondale del porto e del fiume Mazaro ad oggi praticamente innavigabile ed in stato di degrado da anni con conseguenze nefaste per comparto peschereccio e per le attività ad esso collegate. In questi anni abbiamo assistito, aggiornando puntualmente voi lettori, ad una vicenda che ha davvero dell’assurdo, fra rimpalli di competenze, ritardi, indagini giudiziarie, è successo di tutto.
L’opera sembra una “storia infinita” ed in città da tempo sulla questione si nutre un palese scetticismo anche in considerazione di come in altre realtà siciliane la situazione sia stata affrontata per tempi e modalità in maniera adeguata
Le date di inizio dei lavori sono scivolate, come le riunioni che tenutesi a Palermo nell’ufficio dello stesso Commissario Croce. Già lo scorso novembre tutto sembrava pronto per l’avvio dei lavori. La ditta che dovrà operare e l’Ares Srl di Gioiosa Marea, società che si era classificata al terzo posto nella graduatoria della gara di appalto espletata nel marzo 2016 e che ha firmato il contratto con l’ufficio del Commissario per il Contrasto al Dissesto Idrogeologico. Nel fiume Mazaro ci sono oltre 67000 tonnellate di fango da prelevare.
Percorrendo le banchine del porto canale è facilmente visibile il degrado presente in tutto il tratto che va dal canalone centrale fino al primo ponte sul fiume Mazaro. In diversi punti vi sono isole di sabbia (vedi foto copertina scattata da un nostro lettore) nelle quali si sono incagliate in questi anni diverse imbarcazioni; per non parlare dei detriti e dei fusti arborei portati dalla corrente e ben visibili in diverse parti del porto canale.
Per il dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo, finanziato con oltre due milioni di euro, sono rimasti poco più di 800mila euro, la cifra si evince dal decreto firmato lo scorso 22 marzo dall’allora commissario Croce. Le altre somme sono state spese per aggiornamenti sul progetto, consulenze varie, perizie e nuove valutazioni sui lavori. Sono terminati lo scorso 23 febbraio i rilievi batimetrici della società Geonautics S.r.l. (per conto della Ares) che li ha effettuati sia nel bacino portuale che in quello retrostante del porto canale. I risultati delle analisi non sono stati resi noti ma i materiali sabbiosi dovrebbero finire nella colmata B mentre quelli più pesanti, se ci sono, finiranno in cassoni e poi in discarica.
Ricordiamo che i lavori del dragaggio sono relativi ad un primo stralcio, riguardano cinque punti del bacino portuale: dalla foce al tratto antistante ai cantieri navali. I lavori sarebbero dovuti partire nell’autunno del 2019 (ricordiamo tutti quella cerimonia in pompa magna alla presenza dell’ormai ex presidente della Regione Nello Musumeci oggi divenuto ministro delle Politiche del Mare del Governo Meloni) e poi bloccati a causa della vicenda giudiziaria che ai primi di marzo del 2020 ha coinvolto l’amministratore delegato della società Ecol2000, ditta aggiudicataria dell’appalto, ed il dirigente del Genio civile di Trapani.
Francesco Mezzapelle