Danni per circa 300mila euro per ognuno dei due motopesca sequestrati a Bengasi. L’Ue, lo Stato e la Regione risarciscano gli armatori

Redazione Prima Pagina Mazara

Conclusa la vicenda umana relativa della prigionia in 4 carceri nella zona di Bengasi per 108 giorni dei 18pescatori (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) è il tempo di quantificare i danni che hanno riportato le aziende armatoriali e i due pescherecci sequestrati , l’Antartide e il Medinea, nel corso del lungo sequestro. I due motopesca sono rimasti ormeggiati per più di 100 giorni nel porto di Bengasi (ove ricordiamo si trova affondato il motopesca “Daniela L” sequestrato nell’ottobre 2012) in stato di abbandono e senza che nessuno garantisse la sicurezza degli stessi.

In questi lunghissimi giorni all’interno dei due motopesca sono stati prelevate attrezzature, materiali, prodotti. Quando i pescatori nel pomeriggio del 17 dicembre, dopo la loro liberazione, sono risaliti a bordo per tornare a Mazara del Vallo si sono subito accorti che i motopesca erano stati vandalizzati e derubati. Fabio Giacalone, 31enne motorista dell’Antartide, ha fatto un vero e proprio “inventario” di quanto prelevato a bordo del motopesca dai libici durante la loro prigionia: “nel locale macchina tutti gli utensili, pezzi di ricambio del motore e degli ausiliari, lubrificanti, olio, gasolio.

Poi nella plancia hanno presoi tutta la strumentazione, hanno preso pure il gommone con motore, circa 50.000 euro di pescato(circa 2.000 kg di gambero rosso). Dobbiamo pensare pure al danno per il mancato pescato, il tempo perso e le tasse. Io armatore fino a due anni fa ci sono stato. Complessivamente il danno quantificabile si aggira sui 300mila euro”. E’ chiaro che gli stessi danni li ha pure subiti, ne abbiamo riscontro, l’altro peschereccio sequestrato, il “Medinea”. Certamente in queste condizioni i due armatori dei pescherecci, rispettivamente Leonardo Gancitano e Marco Marrone, non potranno continuare la propria attività.

Pertanto dovrebbero essere risarciti per i danni causati da un vero e proprio atto di pirateria: dal sequestro, alla detenzione dei lavoratori, al furto e vandalizzazione dei pescherecci. Nel frattempo continuano le indagini dei carabinieri del Ros che dopo gli interrogatori ai 18 pescatori ha esaminato i due motopesca. I due armatori ha inoltre denunciato il sequestro e i danni con un rapporto dettagliato in Capitaneria di Porto. Sarebbe giusto che l’Ue, lo Stato Italiano e la Regione siciliana risarciscano i due armatori In merito alla questione Tommaso Macaddino, segretario regionale Uila Pesca, che è stato sempre al fianco dei familiari dei pescatori nei 108 giorni, ha dichiarato: “anche se in virtù del fatto che i lavoratori sbarcati per infortunio a far data del primo settembre, giorno del sequestro, gli armatori saranno sgravati dai contributi previdenziali e assistenziali.

Rimane però il nodo del mancato ricavo e dei grossi danni subiti per il furto a bordo, il tutto quantificabile in centinaia di migliaia di euro. Vogliamo sottolineare: se c’è il lavoratore c’è l’azienda e viceversa, sono imprescindibili l’uno dall’altro. Adesso –ha concluso Macaddino: “Parlamento regionale e nazionale diano concretezza veloce per contribuire economicamente e fattivamente nei confronti dei due armatori”. Nel frattempo arriva una buona notizia, la ditta “Iacono Service” di Mazara del Vallo si è offerta di sanificare gratuitamente i due pescherecci ormeggiati nel porto di Mazara del Vallo.

Francesco Mezzapelle