Campobello, il dilemma della cosa pubblica: lettera aperta del dott. Francesco Messina
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta inviata dal dott. Francesco Messina. Ecco quanto si legge:
Vi scrivo per condividere con la vostra testata ed i vostri lettori una mia riflessione, sviluppata insieme ad alcuni amici, nata a seguito degli accadimenti politici degli ultimi mesi. Mi è sorta la domanda “A Campobello di Mazara perché si interessano ancora alla Cosa Pubblica? E, soprattutto, la politica è ancora al servizio del Bene Comune?”. Ogni giorno sui social, assisto ad affermazioni di personaggi di ogni genere e appartenenza che pensano di essere dei politici, i quali altro non fanno che screditarsi, attaccarsi ed insultarsi a vicenda, anche raccontando verità manipolate ad arte secondo i propri interessi.
Ormai, il bene del proprio partito è superiore a quello della comunità che si è chiamati ad amministrare. E, talvolta, addirittura l’interesse personale viene anteposto a quello comune, spesso in un’ottica di campagna elettorale perpetua a sostegno di sé stessi e contro un “nemico” da battere a tutti i costi. La politica sembra sempre di più un acceso confronto tra tifosi al bar, privi spesso di competenze e conoscenze adeguate, e la cosa più spiacevole è che spesso l’apice di questo confronto ideologico e ribelle avviene nelle sedi istituzionali.
A Campobello di Mazara questa tendenza si sta avvicinando di pari passo con la scadenza elettorale, rievocando quello sgradevole clima vissuto nella campagna elettorale precedente. Già in quell’occasione, infatti, il punto forte di alcuni candidati era lo screditamento e l’insulto degli avversari ,non portando a nulla di buono. In questo contesto, la ricerca del Bene Comune viene persa di vista a tal punto che anche semplici e condivise azioni amministrative, poiché proposte da parti opposte, non vengono prese in considerazione o non vengono attuate.
L’atteggiamento di alcuni personaggi negli ultimi anni, o forse decenni, è il maggiore responsabile di tutto ciò. Ma si può ancora invertire la rotta. Papa Paolo VI prima e il Cardinal Martini poi, hanno definito la Politica come la più alta forma di carità, intesa come servizio gratuito, ossia libero da ogni fine se non il Bene Comune, in favore della comunità in cui si è chiamati a tale compito. Se non torniamo a intendere l’impegno della Cosa Pubblica in questa maniera, come avevano ben chiaro i nostri padri costituenti nel dopo-guerra, l’allontanamento dei cittadini verso la politica aumenterà sempre più.
Invece, essere capaci di ascolto, di dialogo e di confronto con tutti, avendo rispetto delle persone e delle loro idee, pur magari non condividendole nel merito, è l’unica strada che può salvare l’interesse dei cittadini alla Cosa Pubblica e migliorare la nostra azione amministrativa.