Alcamo, operazione “Alqamah” dei Carabinieri di Trapani, arresti e perquisizioni

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Ottobre 2015 10:12
Alcamo, operazione “Alqamah” dei Carabinieri di Trapani, arresti e perquisizioni

Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, in Alcamo (TP), Palermo e Milano, hanno dato esecuzione all’ordinanza che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di BONURA Antonino e dei fratelli COPPOLA Nicolò e COPPOLA Leonardo, nonché dell’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nei confronti di MANNO Gaetano e GIORDANO Salvatore, indagati, a vario titolo, per i reati di fittizia intestazione di beni.

Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di circa 3 milioni di euro costituenti l’intero capitale sociale delle società “TRASPORT. SCAVI S.r.l.”, con sede a Alcamo (TP) e la “CALIX WINE S.r.l.”, con sede a Palermo (PA) attribuibili rispettivamente a COPPOLA Nicolò e BONURA Antonino

I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un'articolata attività investigativa avviata nel maggio 2011 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo e finalizzata alla disarticolazione della famiglia mafiosa di Alcamo (TP).

L’indagine ha consentito di documentare l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese apparentemente pulite ma, di fatto, riconducibili a soggetti già condannati con sentenze passate in giudicato per il reato di associazione di tipo mafioso e fittiziamente intestate a prestanomi compiacenti al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

In particolare le indagini dei Carabinieri hanno dimostrato che ai fratelli Nicolò e Leonardo COPPOLA, di cui il primo pregiudicato per associazione mafiosa, era riconducibile la società Trasport Scavi, attiva nel settore dell’edilizia e del movimento terra e formalmente intestata a MANNO Gaetano. L’impresa era riuscita ad aggiudicarsi un’importante commessa pubblica, per il valore di circa 200 mila euro, per la sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo – Castellamare del Golfo.

L’attività investigativa, proprio in concomitanza dello svolgimento di questo lavoro pubblico, permetteva di acquisire importantissimi elementi. Infatti i fratelli COPPOLA Nicolò e Leonardo, dalle intercettazioni, apparivano chiaramente essere i dominus di tale società; essi infatti gestivano i pagamenti ai fornitori, acquisivano le commesse e davano disposizioni agli operai tra cui anche MANNO Gaetano, formale intestatario della società.

La riconducibilità della TRASPORT SCAVI ai COPPOLA era però nota anche a terzi, tra cui D.A., dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Alcamo, anch’egli indagato, che il 07 dicembre del 2012 contattava telefonicamente COPPOLA Nicolò invitandolo a presentarsi presso l’ufficio comunale per la sottoscrizione del “suo contratto” inerente il citato lavoro di rifacimento della SP47. COPPOLA quindi nel pomeriggio si recava presso il Comune di Alcamo in compagnia del suo “dipendente”, MANNO Gaetano, al quale faceva apporre la firma. Il tutto veniva discretamente registrato dai servizi predisposti dai Carabinieri.

Allo stesso modo le indagini hanno permesso di appurare che BONURA Antonino, anch’egli pregiudicato per mafia e attualmente detenuto, era il reale proprietario della Calix Wine, società attiva nella commercializzazione di vino all’ingrosso. Egli aveva formalmente intestato le quote societarie a GIORDANO Salvatore e nominato quale amministratore unico un professionista compiacente che però dopo qualche mese veniva sostituito poiché aveva perso la fiducia del BONURA. Egli infatti non voleva assumersi la responsabilità di una gestione impostagli da BONURA e quantomeno irresponsabile del complesso societario.

Le intercettazioni dei Carabinieri permettevano di registrare una furibonda lite telefonica tra il BONURA e l’amministratore che, disattendendo le disposizioni del reale proprietario, intendeva pagare equamente tutti i creditori. BONURA pretese invece che ne fosse privilegiato uno solo e ribadiva nella conversazione intercettata: "lei non paga a nessuno … lei prima che piglia una lira, lei ci deve avvisare e non faccia di testa sua… lei deve fare quello che dice la direzione … lei faccia quello che le viene detto di fare come eravamo rimasti" .

Oltre alle misure cautelari eseguite nei confronti dei 5 indagati, sono stati notificati ulteriori 5 avvisi di garanzia ed eseguite decine di perquisizioni.

(Comunicato Stampa)

29/10/2015

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