“Una punta di Sal”. I Vescovi di Mazara e una cappella in disordine...

In Cattedrale ancora spoglia zona (di competenza della Soprintendenza) intorno alla lapide di mons. Costantino Trapani

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Ottobre 2022 13:25
“Una punta di Sal”. I Vescovi di Mazara e una cappella in disordine...

Da oltre dieci anni è in completo abbandono. E mio zio, dopo quello che ha fatto per Mazara, non meritava questo trattamento”. Lo zio del dottore Vincenzo Provenzano, che risiede a Roma, è monsignor Costantino Trapani, Vescovo di Mazara fino al 4 marzo 1988, quando morì a Catania. Il cruccio di Provenzano è la cappella, che si trova all’interno della Cattedrale, dove c’è il sarcofago del Vescovo “che – ha scritto in una nota – allo stato attuale è impresentabile, con la mancanza delle statue e dell’altare, con un pavimento di terra e terriccio che sembra una trincea, una cappella disadorna di tutto. Mi chiedo se è mai possibile che in una Cattedrale come quella di Mazara, imponente e con grandi tesori artistici, sia possibile lasciare per oltre dieci anni una cappella che anni prima era un fiore all’occhiello per i monumenti pittorici e scultorei.

Un Vescovo dimenticato. Spero che al più presto questo spazio ritorni funzionale per i fedeli e per i turisti”. La cappella, dove si trova il sarcofago dell'ex Vescovo (in copertina foto da noi scattata oggi), in occasione dei lavori di restauro della Cattedrale, nel 1999, è stata interessata da alcuni scavi archeologici che hanno riportato alla luce i resti dell'antica Cattedrale e un sarcofago del I secolo dell'età Claudia, poi utilizzato - con molta probabilità - nel V e VI secolo per accogliere le spoglie di qualche Vescovo.

Lavori che si sono protratti per anni perché non in maniera continua. La Diocesi mesi fa ha replicato a Vincenzo Provenzano chiarendo che “monsignor Trapani non è un Vescovo affatto dimenticato. Se la zona intorno alla lapide è così spoglia è proprio perché interessata da scavi archeologici, dove ha competenza e supervisione la Soprintendenza ai beni culturali di Trapani. E poi: il 4 marzo (giorno della sua scomparsa) di ogni anno il vescovo Mogavero presiede una messa in Cattedrale in sua memoria.

Sulla lapide viene acceso un cero e chi partecipa alla santa messa si sofferma in preghiera davanti la lapide. E’, comunque, allo studio la ripavimentazione in vetro della zona limitrofa alla lapide”. La competenza, comunque, è della Soprintendenza che in tutti questi anni non ha affrontato il problema con dovuto interesse.

E’ curiosa la storia dei Vescovi di Mazara. Alcuni hanno voluto essere sepolti nella Cattedrale. Sotto l’altare principale giace il mazarese Matteo Giovanni Graffeo, l’unico vescovo nato a Mazara, nella cappella dell’Immacolata giace Monsignor Costantino Trapani. Quando il 30 aprile 1685 fu nominato vescovo della Chiesa di Mazara monsignor Graffeo, con il nome religioso di Francesco Maria, uno scenario di povertà contrassegnava la città del Mazàro: miseria, fame, carestie ricorrenti, calamità naturali, perdurare degli attacchi pirateschi, malaria in buona parte dell’agro mazarese e, non raramente, peste. Per tale disastrosa situazione economica il precedente pastore Carlo Reggio aveva dedicato i suoi due anni di episcopato a lenire le afflizioni dei ceti poveri ed affrontò anche il problema idrico della città non curandosi che la soluzione fosse di pertinenza dell’amministrazione civica del tempo.

Dopo circa un anno e mezzo di “vacatio”, il nuovo Vescovo esaudì le speranze dei concittadini con le sue doti di umanità e generosità oltre che di immensa cultura e di capacità di governo. Il Graffeo era nato a Mazara il 21 settembre 1633 dal nobile Carlo e da Caterina Jugale. Battezzato nella Cattedrale, a sedici anni entrò nel Convento di San Francesco di Trapani e il 18 dicembre 1655 fu ordinato sacerdote a Napoli. Quattro anni dopo, conseguita la laurea in Sacra Teologia, insegnò a Malta, Messina, Trapani e divenne reggente degli studi a Palermo e Bologna.

Ma si distinse anche nelle discipline filosofiche oltre ad essere stato abile oratore e poeta. Ricoprì nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali la carica di Provinciale e Visitatore Generale. Mentre si apprestava al rifacimento ed ampliamento del Monastero di San Francesco in Mazara gli pervenne la nomina a vescovo della sua città natale.Monsignor Costantino Trapani, fu il 77° Vescovo della Diocesi di Mazara, esercitando il proprio ministero sino al 1988. Nato ad Alimena (provincia di Palermo), fu consacrato Vescovo l’11 novembre 1962 e sino al 1976 guidò la Diocesi di Nicosia.

Il 29 ottobre 1976 fu nominato vescovo coadiutore di Mazara del Vallo e divenne Vescovo titolare il 21 marzo 1977. Francescano, succedette al Vescovo Giuseppe Mancuso e si adoperò in Diocesi creando entusiasmo tra la gente e senso di responsabilità nelle coscienze. «Scrutatore dei tempi – scrive don Pietro Pisciotta nel libro “La Chiesa di Mazara fa memoria” – accolse con gioia la proposta dell’Accademia Selinuntina e con decreto vescovile del 15 marzo 1983 istituì a Mazara del Vallo l’Istituto per la storia della Chiesa mazarese. Durante il suo episcopato – ancora don Pisciotta che scrive nel libro – venne riaperta al culto la Cattedrale, da un settennio chiusa per lavori di restauro e si adoperò perché venisse elevata a Basilica pontificia».

A lui si deve l’apertura del Seminario estivo di via Casa Santa (oggi sede della Fondazione San Vito Onlus e della Caritas diocesana) e la fondazione dell’Istituto di Scienze Religiose. Ma monsignor Trapani si adoperò anche per le popolazioni colpite dal sisma nel Belice. Nel Natale del 1977 invitò proprio nella Valle colpita dal terremoto, monsignor Nervo, allora segretario nazionale della Caritas italiana. Le sue parole e le sue speranze non andarono deluse e toccò a lui accogliere, per la prima volta nella storia della Chiesa di Mazara del Vallo, il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita nel Belice.

Era sabato 20 Novembre 1978 quando Giovanni Paolo II con un elicottero da Punta Raisi, dove era atterrato con un DC9 della Marina Militare, si è recato nei pressi di Salaparuta dove l'attendeva una folla di centomila persone, proveniente dai paesi vicini. A dare il benvenuto monsignor Costantino Trapani e i 28 sindaci della Valle, oltre alle altre numerose autorità militari e civili.

Salvatore Giacalone

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