Nota della Presidenza nazionale Ac sui fatti di Casteldaccia

Sicurezza vuol dire più rispetto del lavoro e dei lavoratori.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Maggio 2024 16:52
Nota della Presidenza nazionale Ac sui fatti di Casteldaccia

La Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana esprime la sua vicinanza e il suo cordoglio alle famiglie dei cinque operai morti a Casteldaccia, in provincia di Palermo, e alle tante famiglie italiane che negli anni hanno visto i loro cari perdere la vita sul posto di lavoro. Partecipiamo al dolore delle famiglie e lesosteniamo con l’affetto e la preghiera. Tutta l’Associazione si sente vicina a tutti i lavoratori e alle loro realtà rappresentative impegnate quotidianamente nella difesa della dignità di un lavoro che spesso è causa di lutto.Denunciamo la carenza di tutela e di misure di prevenzione da parte di soggetti pubblici e privati, sottolineando come i fatti di Casteldaccia ripropongano l’imperativo assoluto di interventi e controllistringenti per la sicurezza sul lavoro e per spezzare la drammatica catena di morti bianche.Sarebbe già un buon inizio se si cominciasse ad applicare sul serio il Decreto Legislativo 81/08, che regolala salute e la sicurezza sul lavoro e che prevede tra l’altro una formazione più vicina alle attività lavorativedelle imprese e non soltanto una formazione teorica, in modo da aiutare le stesse aziende a prevenire ilrischio di incidenti.Come il Movimento Lavoratori di Ac ha ricordato più volte c’è la necessità di piani di sicurezza e interventistandardizzati che le aziende dovrebbero implementare per legare di più la sicurezza alle attivitàproduttive.

Occorre inoltre un impegno a ridurre la distanza tra chi fa impresa e chi può aiutare gliimprenditori - a partire dai vari istituti di ricerca specializzati - ad elaborare in modo semplice delle azioni disicurezza efficaci e di controllo dell’effettiva applicazione di queste. Occorre far crescere una cultura dellasicurezza, a partire dalla consapevolezza condivisa che investire in sicurezza non è un costo ma uninvestimento sul futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori.È necessario ridare dignità al lavoro e ai lavoratori.

Una comunità nazionale non può prescindere da questo.Non può ignorare il suo stesso dettato costituzionale. Tutti devono fare la loro parte, perché tutti sonoresponsabili della sicurezza dei lavoratori.Qualcuno però lo è più degli altri. È dunque necessario passare con prontezza dalle denunce ai fatticoncreti, agli investimenti precauzionali, alle verifiche e ai controlli. Tutti i soggetti devono fare la loroparte, con un supplemento di responsabilità; ma è dagli imprenditori in particolare che si attendono quelleprovviste e quelle innovazioni strutturali che sole possono garantire il successo degli altri interventi.La vita è sacra, e distintamente lo è quella impegnata sul lavoro duro e rischioso.

«Dobbiamo sentirequeste morti, far nostro questo dolore - ha scritto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice -,sentirlo nelle nostre viscere (…). Dobbiamo cambiare tutti. Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro».Come ci ha ricordato papa Francesco, incontrando lo scorso settembre l’Associazione che riunisce mutilati einvalidi del lavoro: «La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della suaimportanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi».

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